L’acqua, l’unico “prodotto” sfruttabile che non puo’ risentire della crisi economica e su cui i privati possono contare per continuare a fare profitti.

Dal 24 Aprile il meetup Firenze5stelle sarà impegnato nella raccolta delle firme e di tutte le iniziative collaterali in collaborazione con il Forum dei Movimenti per l’acqua.

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IDV ha deciso di andare per conto proprio in una serie di iniziative ed il comitato promotore del Forum scrive a Di Pietro: “No a logiche concorrenziali”  …..   leggi il testo

Chiusa a nuove risposte

In occasione di un dibattito sulla privatizzazione dell’acqua “Ecoblog.it” ha intervistato Margherita Ciervo, autrice del libro “La Geopolitica dell’acqua”.

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L’autrice svolge attività di ricerca presso il dipartimento di Scienze geografiche e merceologiche dell’Università di Bari, collabora con il Bollettino della Società Geografica Italiana, ha svolto attività di ricerca in diversi paesi del Sud America ed è membro del Comitato italiano del Contratto mondiale dell’acqua.

Una volta si parlava di geopolitica del gas o del petrolio, oggi si comincia a parlare di geopolitica dell’acqua. Qualcosa è cambiato o è cambiato l’interesse nei confronti di questa risorsa?

Diciamo che in realtà alla base c’è la stessa logica del controllo delle altre risorse: hai citato il petrolio e il gas ma la stessa cosa vale anche per le altre risorse minerarie. Adesso tocca all’acqua, quella che sembra l’ultima frontiera del controllo delle risorse. L’ex presidente della banca mondiale ha detto, giustamente purtroppo, che se nel secolo scorso le battaglie sono state combattute per il controllo del petrolio, in questo secolo e in questo millennio le guerre saranno combattute per il controllo sulle risorse idriche. Ed effettivamente questo millennio si è aperto con la guerra di Cochabamba, combattuta dalla popolazione più impoverita dell’america latina, quella della Bolivia, contro una delle multinazionali più potenti che aveva privatizzato le risorse idriche. Proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della cacciata di questa multinazionale dalla Bolivia, dove poi il servizio idrico è ritornato in mano pubblica.

Tuttavia si ha l’impressione che, mentre per il petrolio e le altre fonti classiche della geopolitica la gente abbia contezza di queste guerre e ormai si sa che le guerre si fanno per il petrolio, per l’acqua non è così. Ancora non ce ne siamo accorti?

Ancora non ce ne siamo accorti ma ce ne stiamo accorgendo. E se non ci siamo accorti in Italia e in Europa di guerre vere, quelle combattute militarmente, sicuramente abbiamo fatto già esperienza in Europa e in italia, come a Latina ed Aprilia, di guerre combattute su altri fronti: quello economico, quello sociale, che scaturiscono, anche qui, dalla privatizzazione che comporta una serie di effetti. Il più immediato è quello dell’aumento delle bollette: quando le bollette aumentano del 300%, come nel caso di Aprilia, la popolazione si solleva fino ad arrivare a dei gesti molto forti come quello di rifiutarsi di pagare le bollette ad una multinazionale, quindi a un privato che sull’acqua, cioè su un bene vitale, ci fa profitto.

Per quanto riguarda il recente decreto Ronchi in Italia, possiamo sperare che non si arrivi allo scontro e si ottengano delle transazioni pacifiche?

Noi lavoriamo, e ci battiamo, perchè si arrivi a transazioni pacifiche. E’ importante ricordare quello che sta succedendo in Italia perchè il decreto ronchi, all’articolo 15, di fatto privatizza il servizio idrico stabilendo che possa essere gestito solo da Spa a capitale privato o misto. Contro questa privatizzazione della risorsa idrica il movimento italiano, che è composto da associazioni, sindacati, alcuni partiti politici e comunque da una realtà molto variegata si è mobilitato. In varie forme e in varie misure e, ultimamente, la risposta scelta è quella referendaria: dal 24 e 25 aprile parte in tutta Italia la raccolta firme per i quesiti referendari che abrogano tre norme che vanno nella logica della privatizzazione.

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