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SABATO 26 GIUGNO NO NUCLEARE DAY

in varie città d’ Italia … controlla a questo link

Le foto su LOTTA NUCLEARE – facebook  – del flash mob organizzato il 25 Aprile



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MoVimento5stelle

Riceviamo la replica dell’ ISDE – Medici dell’ambiente dopo le affermazioni del prof. Veronesi rilasciate alla Stampa il 4 Marzo scorso

NUCLEARE: I MEDICI PER L’AMBIENTE CONTRO VERONESI

“La sicumera con cui sul nucleare il Prof. Veronesi si lascia andare ad affermazioni prive di supporto scientifico lascia allibiti”. L’Associazione nazionale dei Medici per l’Ambiente – ISDE Italia replica così a quanto affermato dall’oncologo Umberto Veronesi su La Stampa il 3 Marzo scorso. “Basterebbe leggere i più autorevoli giornali internazionali – scrivono sul quotidiano ecologista Terra Ernesto Burgio, cordinatore del Comitato Scientifico ISDE, ed Angelo Baracca, dell’Università di Firenze – per sapere che la strombazzata rinascita nucleare non esiste, a causa dei costi fuori controllo, dei problemi, delle incognite, dei ritardi nei tempi di costruzione; che gli USA hanno in costruzione un solo reattore (un secondo è stato cancellato), mentre in Europa gli unici due in costruzione (in Finlandia e in Francia) procedono tra mille intoppi, che hanno già causato un raddoppio dei costi e dei tempi…. Ma l’aspetto più disarmante – denunciano Burgio e Baracca – è la leggerezza con cui Veronesi considera gli effetti biologico-sanitari della radioattività. Un incidente nucleare grave è in grado di contaminare un intero emisfero: eppure Veronesi ‘liquida’ con poche battute persino la catastrofe di Chernobyl. Dimenticando che scienziati e ricercatori di chiara fama, che hanno dedicato la loro vita a documentare gli effetti di una nube radioattiva che ha colpito non solo URSS, Ucraina e Bielorussia, ma l’Europa intera, parlano di un milione di vittime! Come può un oncologo accettare di dirigere un’Agenzia per la Sicurezza del Nucleare ignorando o trascurando questi studi?”.

 

Umberto Veronesi

Per correttezza la risposta del Prof. Veronesi:

Anche il nucleare ha i suoi pericoli, ma esattamente “come li ha ogni cosa. Nessuno dice che i rischi non ci siano”. Anzi, come presidente dell’Agenzia per la sicurezza sul nucleare “io vigilerò come un cane da guardia” proprio per garantire la massima sicurezza di tutti i cittadini. Lo promette l’oncologo Umberto Veronesi, replicando alle dichiarazioni dell’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE Italia), che in un articolo sul quotidiano ecologista Terra ha obiettato alle affermazioni dell’ex Ministro della Sanità in un’intervista a La Stampa, definendole “una superficiale apologia” del nucleare.

fonte

 

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Il 12 giugno gli italiani saranno chiamati a votare per i referendum sulla ripubblicizzazione  dell’ acqua e l’abolizione delle pratiche politico-amministrative per il ritorno al nucleare.

RICORDIAMO ancora che per poter abrogare le leggi con cui i vari Governi hanno privatizzato l’acqua e deciso il ritorno al nucleare dovremo VOTARE  S I

Questa volta decidiamo noi, non ci facciamo pui’ incantare dalle sirene !

A Firenze, ore 21 presso il circolo San Bartolo VERSO I REFERENDUM PER L’ACQUA PUBBLICA

Iniziativa del Comitato referendario provinciale

Evento facebook: Verso i referendum per l’acqua bene comune

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Il 12 giugno gli italiani saranno chiamati a votare per i referendum sulla ripubblicizzazione  dell’ acqua e l’abolizione delle pratiche politico-amministrative per il ritorno al nucleare.

RICORDIAMO ancora che per poter abrogare le leggi con cui i vari Governi hanno privatizzato l’acqua e deciso il ritorno al nucleare dovremo VOTARE  S I

Questa volta decidiamo noi, non ci facciamo pui’ incantare dalle sirene !

 

CHI HA PAURA DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA ?

Quanto più si avvicina la primavera referendaria per la ripubblicizzazione dell’acqua, tanto più i poteri forti entrano nel panico. “Chi ha paura dei movimenti per l’acqua?” viene da domandarsi. “Molti e diversi fra loro” è l’inevitabile risposta.
Ne ha paura il Governo che, con l’art. 23bis,  ha tentato la definitiva consegna della gestione del servizio idrico nelle mani delle multinazionali e del capitale finanziario, ricavandone una ribellione diffusa e reticolare che ha prodotto il record di 1,4 milioni di firme in calce ai quesiti referendari.
Pronto a richiamarsi alla volontà del popolo ogni volta che il premier è in difficoltà, il Governo sprofonda nell’incubo all’idea che finalmente il popolo possa davvero pronunciarsi, su un tema preciso e aldilà di ogni appartenenza partitica : ecco perché preferisce caricare sulla spesa pubblica altri 400 milioni di euro – in tempi di crisi!- piuttosto che accorpare elezioni amministrative e voto referendario, come buon senso ed etica pubblica imporrebbero.
Ne ha paura il Pdl, che ha appena chiamato -8 marzo a Roma- i propri amministratori locali per una giornata di studio sponsorizzata da Veolia, ovvero la più grande multinazionale dell’acqua, già famosa per le “efficienti” gestioni dell’acqua ad Aprilia, in Calabria, in Piemonte, Liguria ed Emilia.
Ne ha paura la Lega Nord, che dovrà spiegare ai suoi sindaci e ai suoi elettori –molti firmatari dei quesiti referendari- come si concilia il federalismo con l’espropriazione di ogni possibilità di decisione da parte degli enti locali sulla gestione di un bene essenziale come l’acqua.
Ma anche nell’opposizione le fobie non mancano.
A partire dalla segreteria nazionale del Partito Democratico, incapace ad oggi a prendere posizione a favore dei SI, perché ad una base, che in molti territori -più che benvenuta- si è impegnata nei banchetti di raccolta firme, continua a preferire i potentati locali che da oltre due decenni hanno costruito alleanze di potere fondate sulle Spa a capitale misto pubblico/privato.
E che dire del vertice dell’Italia dei Valori che, dopo aver raccolto le firme su un proprio quesito sonoramente bocciato dalla Corte Costituzionale, non perde occasione per accreditarsi come promotore anche dei referendum sull’acqua, mettendoli tutti al servizio di una campagna politicista unicamente incentrata sull’antiberlusconismo?
Grande è il disordine sotto il cielo, si diceva una volta.
Ma noi che abbiamo indirizzato lo sguardo al futuro preferiamo guardare a tutte quelle donne e quegli uomini che, indipendentemente dal loro punto di partenza, hanno deciso di camminare assieme per liberare l’acqua e la democrazia, realizzando un imponente percorso di partecipazione sociale dal basso e riuscendo ad imporre la gestione dell’acqua nell’agenda politica di questo Paese.
Temono il voto sull’acqua, perché rimetterebbe in discussione tutte le politiche liberiste di questi ultimi decenni e costringerebbe a discutere di un altro modello economico e sociale, fondato sulla riappropriazione sociale dei beni comuni e sulla gestione partecipativa delle comunità locali.
Ma temono anche il riconoscimento di una nuova soggettività sociale che ha superato il binomio “espressione di un bisogno/delega al Palazzo” per farsi costruzione di un percorso di partecipazione collettiva dal basso che, nel dire “fuori l’acqua dal mercato, fuori i profitti dall’acqua”, afferma la necessità di un nuovo paradigma : su ciò che a tutti appartiene, tutte e tutti devono decidere.
Sono le donne e gli uomini che il 26 marzo riempiranno di allegria e determinazione le strade e le piazze di Roma in una grande manifestazione nazionale.
Sono le donne e gli uomini che dal giorno successivo esporranno da finestre e balconi migliaia di bandiere dell’acqua per sostituire dal basso l’informazione che dall’alto continua colpevolmente a latitare.
Chi ha voglia di capire come sta cambiando il mondo, non ha che da seguirli.
Per una volta ascoltandoli con rispetto.

Marco Bersani del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

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In questi giorni sta arrivando nella casella di posta elettronica degli italiani un messaggio di ENEL spa che, in collaborazione con alcune Università, offre borse di studio e premi per ampliare le conoscenze della nuova generazione verso il nucleare.

Si legge nella pagina a cui rimanda la mail che “offrendo questa possibilità agli studenti che oggi frequentano gli atenei italiani, Enel persegue un triplice obiettivo: sostenere le nuove generazioni, creare nuove opportunità di lavoro e sviluppare l’innovazione e le competenze nel settore dell’ingegneria energetica e nucleare in particolare.

Grazie Enel, adesso i nostri giovani studenti saranno più garantiti, non come quei tre milanesi che sono dovuti andare negli USA per garantirsi un futuro.

Grazie Enel per le prossime generazioni anche se l’energia atomica costerà sempre di più, più del solare, l’uranio si esaurirà rapidamente …. ed altri 10 buoni motivi per dire ….

GRAZIE ENEL … GRAZIE ITALIA

 

 

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La Corte Costituzionale dice no al ritorno al  nucleare

Dopo i mattoni politici, ora anche quelli giuridici sulla testa dei nuovi nuclearisti italiani: la Corte Costituzionale, infatti, con sentenza si è pronunciata sfavorevolmente sul ritorno al nucleare.

O meglio, ha bocciato l’articolo 4 della legge 102 del 3 agosto scorso, quella nata ufficialmente per rilanciare l’economia italiana e che, in realtà, verrà ricordata solo per l’imposizione dell’opzione nucleare con procedure straordinarie e urgenti.

La questione, secondo la Corte, sta proprio nell’urgenza: la costruzione delle centrali nucleari, infatti, sarà affidata ai privati ma l’economia libera è incompatibile con una procedura urgente e gestita dal governo. A decidere i siti, i tempi, i modi e le tecnologie, infatti, dovrebbe essere il privato con i tempi che preferisce.

Secondo la Corte Costituzionale, quindi, se il nucleare va fatto lo deve fare lo stato con soldi pubblici:

Trattandosi di iniziative di rilievo strategico, ogni motivo d’urgenza dovrebbe comportare l’assunzione diretta, da parte dello Stato, della realizzazione delle opere medesime

Oltre al nodo giuridico, sul nucleare rimane anche quello politico derivante dal diniego di molti governatori di regioni italiane ad essere scavalcati nella procedura di scelta dei siti.

fonte

firenze5stelle@gmail.com