cemento


Riceviamo questa lettera aperta dei Comitati dei Cittadini di Firenze in risposta  all’articolo del 16 marzo scorso su “corriere.it” nel quale Adriano Celentano “glorificava” Matteo Renzi Sindaco di Firenze.

Non vi possiamo linkare l’articolo perchè nel sito è rimasto solo il titolo del post, il link rimanda ed una “pagina non disponibile” .. Celentano nel frattempo avrà cambiato idea ?

Inoltre ricordiamo che ultimamente il buon Adriano e anti nucleare, Renzi invece non ha ancora una posizione, o forse si’ , o forse no ?

Comunque condividiamo il senso della lettera aperta a Adriano Celentano e siamo contenti che qualcuno ci abbia preceduto, almeno saremo in buona compagnia al momento che torneranno ad accusarci di avercela con il Sindaco.


Caro Adriano,

abbiamo apprezzato e condiviso il tuo articolo contro il nucleare, pubblicato sul Corriere della Sera mercoledì 16, ma sei forse caduto in un equivoco mediatico a proposito del Sindaco della nostra città. Hai scritto: «L’unica buona notizia  è ciò che di veramente buono sta facendo il sindaco Matteo Renzi nella sua Firenze. Finalmente uno che ha intuito cosa c’è nel cuore della gente. E che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini. Bravo Matteo!»

In effetti il Sindaco Renzi ha presentato il nuovo Piano Strutturale della città, lo strumento urbanistico essenziale per i prossimi 15 anni la cui approvazione è prevista in aprile, come Piano a volumi zero e senza occupazione di nuovo suolo. Ma le cose sono più complicate.

Nel Comune di Firenze non si prevedono nuove importanti edificazioni in più semplicemente perché nel ristretto perimetro del suo territorio non c’è più posto. In effetti si può parlare di azzeramento dei volumi perché viene escluso dal conto quanto è già stato approvato, in primo luogo 1.200.000 mc di volumetrie concesse a Ligresti nel 2005 sull’ultima area libera del Comune, a Castello. Nonostante le dichiarazioni di Renzi il costruttore, noto anche per le sue vicende giudiziarie, difficilmente rinuncerà ai suoi diritti edificatori.

C’è poi l’edilizia sociale (il cosiddetto social housing) che potrà collocarsi ovunque perché è considerata come  se si trattasse di attrezzature sportive o di servizi collettivi, e perciò non computata. Infine, la delocalizzazione di una grande quantità di edifici incongrui (magazzini, fabbriche, laboratori artigianali ecc.), i quali, anziché essere in gran parte demoliti senza ricostruzione, potranno essere trasferiti in aree periferiche con consistenti premi volumetrici.

Insomma questo stop alla cementificazione è molto statistico e poco sostanziale. Temiamo che si continuerà come prima ad intasare la città, ad aggredire la collina, ad occupare gli ultimi spazi liberi della piana tra Firenze e Prato, ormai ridotta ad una discarica edilizia affollata di case, capannoni, inceneritori, un aeroporto e persino la futura Cittadella Viola, con tanto di nuovo stadio.

Guardiamo con grande attenzione a Matteo Renzi, condividiamo anche molte delle cose che dice sui suoi predecessori alla guida della città, gli siamo grati per aver liberato Piazza del Duomo dal traffico, ma il suo bell’atteggiamento spavaldo e le sue efficaci formule comunicative spesso non corrispondono a fatti concreti. Non solo Renzi non sembra in grado di interrompere la logica delle Grandi opere (TAV in testa) e la prepotenza degli immobiliaristi che sono all’origine della cementificazione e del consumo di suolo nel nostro Paese, ma indulge anche a quella politica dell’immagine e degli annunci ad effetto che, come sappiamo, ci allontana dalla vera soluzione dei nostri guai più profondi.

Un caro saluto e… vienici a trovare, ti faremmo volentieri da guida nella crisi della nostra città.

CITTADINI AREA FIORENTINA

Comitati dei Cittadini – Firenze

Un esempio della cementificazione fiorentina:

Via di Soffiano verso la collina

ANTE RENZI (2005)

POST RENZI (2011)



La vista da Bellosguardo verso via di Soffiano

PRIMA

DOPO

Caro Adriano, come MoVimento ci uniamo e condividiamo la lettera aperta dei comitati e ti consigliamo di seguire questo link , avrai una brutta sorpresa

Auguri Firenze !!!

Seguici anche in mobilità:

Notizie correlate:
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Firenze: vandali in casa, oggi

P.S.: Il 12 e 13 Giugno ricorda:

Ambiente
Ambiente
Acqua
Acqua
Sviluppo
Sviluppo
Connettività
Connettività
Trasporti
Trasporti

 

 

 

Si susseguono le notizie di catastrofi naturali (Massa, Calabria e  Veneto tra le ultime) e la “prima relazione” del Consiglio Nazionale dei Geologi evidenzia come 6 milioni di persone risiedano in un territorio ad altro rischio idrogeologico (le popolazioni delle regioni del nord, della Toscana e della Campania più a rischio)  ed il costo dei continuo dissesto ambientale dal 1944 al 2009 sia arrivato a 213 MILIARDI DI EURO.

In questa situazione WWF propone cinque azioni  per difendere il Paese Italia dal disastro economico/ambientale

Le intense piogge di questi giorni non bastano infatti a giustificare il continuo stato di calamità naturale in cui si trova il nostro territorio

La causa principale del diffuso dissesto idrogeologico è la quotidiana “malagestione” dei fiumi e dei versanti, non tanto il fatto che in poche ore in molte parti d’Italia è caduta l’acqua che sarebbe dovuta cadere in un mese. Le intense piogge di questi giorni non bastano infatti a giustificare il continuo stato di calamità naturale in cui si trova il nostro territorio. Per risolvere il problema è ’ necessario superare la logica emergenziale d’intervento e per questo il WWF ritiene fondamentale e urgente:

  • 1) Istituire le Autorità di distretto, come previsto dalle direttive europee (dir 2000/60/CE “Acque”, 2007/60/CE “Rischio alluvionale”), conferendo loro un ruolo vincolante per il coordinamento delle misure e degli interventi di difesa del suolo e di qualità delle acque a livello di bacino idrografico;
  • 2) riferirsi al bacino idrografico – e non ai confini amministrativi delle Regioni – per qualsiasi programma di difesa del suolo, manutenzione del territorio e di tutela e gestione delle acque
  • 3) Ripristinare i finanziamenti ordinari per la difesa del suolo drasticamente tagliati anche nell’ultima finanziaria;
  • 4) Garantire l’interdisciplinarietà nella progettazione delle misure e degli interventi di difesa del suolo: la solo ingegneria idraulica, infatti, è totalmente insufficiente ed è necessario progettare anche con competenze di idrogeologia, ecologia, scienze forestali, pianificazione.
  • 5) Avviare un’azione diffusa di rinaturazione del territorio – come sta avvenendo nei più grandi bacini europei come la Loira, il Reno, il Danubio, la Drava… – basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque in montagna (rimboschimenti, governo delle foreste sostenibile) e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura (ampliamento delle aree golenali, ripristino e ricostruzione zone umide….)

Queste cinque azioni se portate avanti in modo serio possono contribuire ridurre drasticamente il rischio idraulico in Italia.

Qui i Comuni infatti continuano a costruire o a prevedere urbanizzazioni nelle naturali aree di esondazione dei fiumi togliendo lo spazio vitale alle acque. S’impermeabilizza il territorio e l’alveo dei corsi d’acqua viene ristretto e canalizzato, spesso, fin dalle sorgenti; la vegetazione ripariale, che difende le sponde dall’erosione e rallenta la furia delle acque, viene regolarmente tagliata; i boschi in montagna non sono governati, ma sono abbandonati o sfruttati all’eccesso, perdendo l’importante capacità di trattenere le acque nel terreno.

Il WWF Italia quest’anno ha avviato una campagna “Liberafiumi2010” dalla quale è purtroppo emerso un quadro allarmante: vi sono tratti di fiumi in gran parte canalizzati e tra questi il Lambro e il Seveso che ancora una volta hanno messo in ginocchio interi quartieri di Milano (la città dell’EXPO), piuttosto che l’Oreto in Sicilia, o il Sangro in Abruzzo.

Molti corsid’acqua sono sbarrati o interrotti come l’Agri in Basilicata nel quale in pochi chilometri sono presenti 74 tra briglie e sbarramenti.

Anche l’Adda, il Tevere e il Po stesso presentano tratti canalizzati anche in zone non urbanizzate, dove il fiume potrebbe espandersi e distribuire la propria energia, evitando di farlo all’interno dei centri abitati.

Il Chiese, in Lombardia, ha allagato vari centri abitati, costringendo la popolazione a lasciare le case; ma una delle poche valvole di sfogo di quel fiume è un’Oasi del WWF, la riserva naturale Le Bine (MN) , dove una zona umida posta in un’ampia zona golenale dell’Oglio – poche centinaia di metri a valle dell’entrata del Chiese in Oglio – consente al fiume di espandersi naturalmente e riducendo la forza.

Lo stesso avviene in altre due zone gestite dal WWF tra S.Giuliano Milanese e Melegnano, dove il Lambro può trovare un pò di naturale sfogo e, quindi, a ridurre eventuali danni nei centri abitati che attraversa.

Purtroppo stiamo anche pagando il conflitto tra Stato e Regioni sulle competenze sulla difesa del suolo che paralizza l’applicazione corretta delle direttive europee che dovrebbero garantire sicurezza e tutela delle acque (dir 2000/60/CE “Acque”, 2007/60/CE “Rischio alluvionale”).

fonte

 

MoVimento 5 Stelle

SPOT di WOODSTOCK 5 STELLE … diffondilo

woodstock5stelle(2).mp3

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Caro Matteo Renzi,

scusi se utilizzo un metodo alquanto vecchio e consumato, la lettera aperta, per comunicare ciò che penso a uno come lei che, dipinto ad arte dai teatranti mediatici unificati, passa per il nuovo che avanza, la speranza per un futuro in cui la sinistra potrà risollevarsi grazie alla linfa vitale di dirigenti freschi e innovativi…

Ora, è indubbio che uno che fa il Sindaco di una città importante come Firenze a 35 anni, nel panorama di dinosauri della politica italiana, risulti anagraficamente giovane e all’avanguardia

E’ chiaro poi che se a questo aggiungiamo una certa scioltezza nel linguaggio, la capacità di stare tra la gente e di “bucare” il video come si usa dire, il gioco è fatto.

Quello che trovo assurdo, almeno da chi dovrebbe fare questo di mestiere (i giornalisti) è non avere alcuna serietà professionale nel raccontare chi è lei, da dove viene, da quanto tempo fa politica.

Basterebbe una semplice ricerca in rete per accorgersi che, in realtà, tanto nuovo non è, considerato che già 11 anni fa faceva il segretario provinciale (a Firenze) del Partito Popolare, che nel 2001 divenne coordinatore della Margherita fiorentina e che nel 2004 ricoprì il suo primo, importante, ruolo istituzionale, diventando Presidente della Provincia di Firenze.

Tutte cose legittime, beninteso, ma che ci parlano di una realtà leggermente diversa da quella che si è (o le hanno) vestito addosso…

Se le scrivo però non è per questo, e nemmeno per rimarcare che da Presidente della Provincia fece approvare un piano provinciale dei rifiuti che, in buona sostanza, praticava l’incenerimento degli stessi (sa che grande discontinuità con il passato…).

Se le scrivo è per l’annuncio fatto dalle telecamere di Matrix, per cui starebbe per varare un Piano di gestione del territorio a crescita zero

Caro Renzi, ma mi faccia il piacere…!!!

Una panzana così grossa neanche a lei è concessa. E’ come se Paperone annunciasse di svuotare il deposito per dare tutto in beneficienza, oppure come se Bin Laden si convertisse al pacifismo…

Sabato scorso, in occasione della seconda assemblea nazionale della campagna “Stop al consumo di territorio” alcuni suoi concittadini denunciavano gli scempi ambientali della città da Lei governata: colate di cemento ad ogni angolo, outlet, centri commerciali, quartieri dormitorio, capannoni…

L’esatto contrario di quanto andava sostenendo col sorriso sulla faccia e (forse) il fondotinta sulle guance nel grande circo truccato della politica in tv.

Lasci queste cose a chi da anni pratica lo stop al consumo di territorio, i rifiuti zero, la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica. Non chiediamo a Lei e ai suoi colleghi “più grandi” di capire cosa stiamo cercando di fare (e cioè costruire un nuovo paradigma culturale e un diverso modello di società, basati su sobrietà e buon senso, integrazione e qualità della vita) ma almeno smettetela di fingere di imitarci.

Piantatela con questi finti annunci e questi slogan vuoti, evitate di raccontarci storielle sulla partecipazione e la tutela ambientale, l’inclusione sociale e l’efficienza: fate il vostro gioco, se ancora ne siete capaci!

fonte

Per approfondire segui  i post del blog:

La Piana di Castello (Fi) e …..la febbre degli stadi

Firenze: dall’immobilismo all’immobiliarismo … la “bava grigia” che il mostro cementificatore vomita sulla città.

Firenze: la “bava grigia” che il mostro cementificatore vomita sulla città. La storia del “Poggetto”

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Inceneritori e malattie: il politico Matteo Ren…, posted with vodpod

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I grillini ci hanno preso gusto

I sondaggi li danno già al 3%: “Pronti a entrare in Parlamento”. Giovanni Favia, eletto a Bologna:”Ero contro i partiti, ma per incidere bisogna starci”

Se si votasse oggi, almeno stando a quanto rivela un sondaggio commissionato dal quotidiano La Stampa – raccoglierebbe il 3 per cento dei consensi, come Sinistra e Libertà di Nichi Vendola. Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, piaccia o no, è qualcosa con cui la politica italiana – e la sinistra in particolare – dovrà fare i conti nei prossimi anni. E lo sanno bene gli elettori dell’Emilia Romagna e, soprattutto, i piemontesi. Un possibile exploit, con margini di crescita indefinibili, che ancora una volta dimostra quanto paghino idee chiare e non negoziabili: lo insegna da una vita la storia della Lega, è tendenza ormai consolidata per l’Idv. Insomma, l’esatto contrario del Pd.

Davide Bono e Fabrizio Biolè da tre mesi siedono da extraterrestri in consiglio regionale a Torino. Davide, medico, 30 anni, è il capogruppo. È stato il primo a non stupirsi dei 90 mila voti che lo hanno catapultato a Palazzo Lascaris e non si sorprende del sondaggio: “Abbiamo una visione e sappiamo di avere un consenso alle spalle – racconta – il Movimento sta crescendo anche al di fuori della rete, perchè le nostre tematiche – energia, sostenibilità, trasparenza – sono di respiro mondiale. E’ il momento caldo per battere”. Per il futuro prossimo le idee sono chiare: “Presenteremo un candidato sindaco a Torino e, soprattutto, contiamo di entrare in Parlamento nel 2013. Il 4 per cento è una soglia raggiungibile, i risultati di Piemonte ed Emilia-Romagna lo confermano”.

Ma come sono stati questi primi mesi da “politico”? Davide risponde divertito: “È un lavoro duro – dichiara – per riuscire ad incidere nelle istituzioni e ottenere risultati bisogna imparare il mestiere. Ci stiamo provando”. Un obiettivo raggiunto, i due grillini – che trattengono per sé 2.500 euro al mese destinando il resto delle indennità al Movimento che a sua volta finanzia iniziative e progetti – se lo appuntano al bavero: “Il Piemonte ha dimezzato il Tfr per i consiglieri – dichiara Bono – Fino a ieri chiunque non fosse rieletto riceveva un indennizzo di 100 mila euro. Il taglio è passato come emendamento della maggioranza alla Finanziaria, ma i primi a proporlo siamo stati noi. Il meccanismo è sempre lo stesso, rigettare tutto quello che viene dalle opposizioni salvo poi ripresentarlo se conviene”.

L’omologo emiliano di Davide Bono si chiama Giovanni Favia, ha 29 anni ed è un fiume in piena: “Quando siamo arrivati in Regione – racconta – abbiamo scatenato un tifone, proponendo da subito l’abolizione del vitalizio per i consiglieri; il Pd ha preso tempo fino a settembre per decidere. Poi abbiamo puntato sul taglio degli stipendi aggiuntivi, le indennità di funzione. Sono stati costretti ad approvarlo con una delibera”. I ragazzi sembrano averci preso gusto: “Ero tra quelli scettici con lo sporcarsi le mani in politica – confessa – ma sbagliavo. Prima le cose ce le dicevamo in piazza, magari in tanti, ma rimanevano circoscritte. Adesso dico una cosa e il giorno dopo me la ritrovo sul giornale. Ci chiamano antipolitica ma della politica siamo i signori: per noi è un servizio civile. E poi io e Andrea (Defranceschi, collega consigliere, ndr) leggiamo tutte le carte fino all’ultima riga, sono tutti sconvolti. I consigli regionali sono realtà ancora più opache e giù di tono del Parlamento; tutto è in mano alle giunte, nessuno discute, pochi lavorano. Per adesso a rompere le scatole ci siamo solo noi”. Stupito del possibile 3 per cento nazionale?: “No di certo – ancora Giovanni – qui in Emilia, per esempio, siamo molto radicati, abbiamo toccato punte dell’11% e possiamo arrivare al 15. Il Parlamento? È un discorso prematuro, ma penso proprio che ci candideremo. Beppe avrebbe potuto farlo dopo il V-day, ma sarebbe stata una decisione calata dall’alto. Ora, invece, c’è un forte movimento dal basso, con tanto cuore e tanta volontà”.

In Piemonte i colleghi del “palazzo” hanno accolto bene i due extraterrestri: “Sono tutti molto cordiali – racconta Davide Bono – Penso che abbiano anche paura di noi, sanno che qualunque cosa accada noi la rendiamo pubblica in tempo reale”. Facebook, Twitter, la blogosfera, lo sconfinato catino della rete dove i grillini consumano la loro luna di miele collettiva. Ma il mondo è anche fuori e qualche crepa, prima o poi, inevitabilmente comparirà. A Torino è già successo con i ricorsi (in parte accolti dal Tar) per l’annullamento delle elezioni regionali. Il Movimento a 5 Stelle li ha definiti “arroganti”, un po’ stonato per chi fa della legalità e della trasparenza un cavallo di battaglia: “È vero – ammette Bono – abbiamo ricevuto critiche per questa presa di posizione. Dico soltanto che mi sembrano ricorsi un po’ strumentali. Chi ha falsificato le firme lo ha fatto anche nel 2005, ma allora nessuno alzò un dito. In ogni caso se illegalità ci sono state è giusto che si faccia luce”.

Forse c’è il timore di non ripetere l’exploit in caso di nuove elezioni? “È quello che mi dicono tutti – conclude Davide – In realtà sono sicuro che raddoppieremmo i consensi, ma non mi va di farlo sulle tasche dei piemontesi. Di sicuro non lo farei sulle mie: in campagna elettorale ho speso, oltre alla benzina, 50 euro di volantini. E abbiamo anche rinunciato ai rimborsi”.

fonte

TUTTI GLI ELETTI


Alberto FilippiBolzano

Alessandro MarmiroliReggio Nell’Emilia

Andrea QuattriniAncona

Antonio MarfiVoghera

Carmelo ParenteSpoleto

christian sogariSan Prospero

Claudio PifferiRubiera

Claudio VedovelliBolzano

David BorrelliMoVimento Veneto

davide bonoTorino

Davide ValerianiReggio Nell’Emilia

Davide ZanichelliGuastalla

fabrizio biolèMovimento 5 Stelle Piemonte

Francesco RubicontoVoghera

Giovanni FaviaMovimento Cinque Stelle Emilia Romagna

Hadar OmiccioliFano

Ivan Della ValleMovimento 5 Stelle Piemonte

Lamberto CalanchiMonte San Pietro

lorenzo buiattiVenezia

Lorenzo PaluanCarpi

Marco CannitoLivorno

marco gavagninVenezia

Marco GiustiniRoma

Massimo GiacomelliEmpoli

massimo lolliMonte San Pietro

matteo olivieriReggio Nell’Emilia

Maurizio MontanariFaenza

Mirko BalleriniPesaro

Natascia GuiduzziCesena

Nunzio DianaCastenaso

Paolo CastelliLaives Futura

Paolo Di CarloDesio

Piergiorgio Cala’Castenaso

Raffaella PiriniForlì

Stefania GarutiBomporto

Tommaso MantovaniFerrara

valentino tavolazziFerrara

Valerio TavolazziFerrara

Vincenzo BarnabèFaenza

Vito CerulloReggio Nell’Emilia

firenze5stelle@gmail.com

MoVimento5stelle

Tra politici che dichiarano che   Il prezzo del progresso è un prezzo che va pagato , scienziati che forniscono dati ed opinioni diverse dai “dati ufficiali” e vengono “etichettati” come visionari o “maghi”  , un incredibile tariffario sulle malattie dovute agli inceneritori, oppure assurdità come discariche divenute parte del paesaggio campano e ribattezzate “panettoni” ed alti costi per abbellire e far piacere il futuro inceneritore di Sesto Fiorentino (FI), fra tutto questo i cittadini rimangono disinformati oppure, in  molti casi per scelta personale, presi dalle 1000 cose della vita ed incantati da quella bellissima ed affascinante maga che si chiama televisione , non si riesce a scalfirne la sensibilità neanche davanti all’evidenza dei fatti.

Non ultimo è il caso di Torino, dove l’apertura dell’inceneritore, appunto, lascia indifferenti i molti.

Torino, nasce l’inceneritore ma nessuno ci fa caso

Gruppo facebook  Gruppo di informazione sulla nocività degli inceneritori

Se la salute lascia indifferenti, poco interesse risulta esserci anche quando si parla di cementificazione ed alti costi dovuti alla TAV.

E’ evidente che ci hanno resettato il cervello se neanche la pubblicazione in ogni dove – ufficiale RFI – della lista degli edifici di Firenze a rischio TAV è non è riuscito ad interessare neanche il progetto alternativo in superficie – dove peraltro a Firenze la TAV attualmente passa – dell’Università di Firenze.

Le esperienze sulla tratta da Salerno a Torino – in primis Mugello e Bologna – sono dimenticate e i Val Susini … una specie rara

A proposito di costi:

Intervista a Ivan Cicconi, direttore di ITACA

Intervista a Ivan Cicconi, direttore di ITACA

LINK

NEL TUNNEL DELL’ALTA VELOCITÀ

A circa sei mesi dall’inaugurazione della linea alta velocità Torino-Milano-Roma-Napoli-Salerno, è possibile fare un primo bilancio del livello di utilizzo. Sembra nel complesso positivo per l’intero percorso Milano-Roma. Gli investimenti in quella tratta sono quindi giustificati nonostante i costi di costruzione eccessivi. Assai meno confortanti invece i risultati per le tratte Torino-Milano e Roma-Napoli. Ciononostante si continuano a progettare linee alta velocità ancora più discutibili, sia per il traffico passeggeri che per le merci.

© Gruppo Ferrovie 2008

A circa sei mesi dall’inaugurazione della nuova linea alta velocità Torino – Milano – Roma – Napoli – Salerno, è possibile fare alcune prime considerazioni sul suo livello di utilizzo. Mancano dati dettagliati sulla domanda e occorre fare riferimento all’offerta di treni come sua approssimazione. Evidentemente, in questo modo non si tiene conto di quanto i treni siano effettivamente usati, ma difficilmente i dati saranno disponibili, anche in futuro, se non in forma estremamente aggregata per scelte commerciali di Trenitalia. Inoltre, una parte di traffico alta velocità atteso non si è verificato in conseguenza della crisi: il 30 per cento in meno secondo l’amministratore delegato di Ntv Giuseppe Sciarrone.(1)In ogni caso, una valutazioneex postcompleta potrà essere fatta solo dopo almeno cinque anni dall’attivazione perché gli effetti della nuova infrastruttura possano considerarsi maturi.

BILANCIO PER TRATTE

Tuttavia qualche riflessione sembra possibile.
In Tabella 1si propone un confronto tra l’offerta ferroviaria attuale (giugno 2010) e il traffico alta velocità che, in prima approssimazione, giustificherebbe l’investimento delle nuove linee stimato utilizzando una metodologia semplificata di analisi costi benefici, proposta da de Rus e Nash in un recente articolo e basata sul risparmio di tempo.(2)

Tabella1– Costi (Rfi, 2007), tempi di percorrenza e traffico sulle nuove linee AV (Orario Fs, 2010)

* Costi dichiarati da Rfi. Non essendo attualizzato il flusso di spese negli anni di costruzione è probabile una sottostima del 20 per cento circa in termini attuali.
** Treni al primo anno necessari con ipotesi di crescita annua 3per cento per 40 anni e 500 pax/treno.

Il traffico attuale sulla Milano – Bologna sembra giustificare l’investimento. Peggiore la situazione per le altre linee, dove sarebbe necessario più traffico per rendere ragione dell’investimento o dove i costi di costruzione sono stati tali da non avere giustificazione. Tuttavia, occorre considerare che i servizi “Av Fast” collegano direttamente Milano e Roma con risparmi di tempo più consistenti. Per questo in Tabella 2viene studiata nel complesso la relazione Milano – Roma dividendo e pesando l’offerta alta velocità da quella alta velocità Fast.

Tabella2– Costi (Rfi, 2007), tempi di percorrenza e traffico sulla relazione AV Milano – Roma. Fonte: orario Fs (2010)

Abbandonando dunque la visione per tratte e spostandosi in un’ottica di sistema, il bilancio per l’intero percorso Milano – Roma sembra nel complesso essere positivo: c’era in qualche modo da aspettarselo, perché è una linea da sempre importante e con molto traffico.
La tratta ad alta velocità sembra quindi giustificarsi nonostante i costi di costruzione eccessivi: 100 per cento in più di quanto preventivato e anche il triplo rispetto alle medie di Francia e Spagna. (3)Occorre però sottolineare che i parametri ipotizzati sono piuttosto generosi nei confronti della nuova infrastruttura.
Per le linee Torino – Milanoe Roma – Napoli il discorso è più complesso e i risultati assai meno confortanti. Se da un lato le due linee contribuiscono infatti a “fare sistema” e creano una parte del traffico oggi esistente sull’asse centrale, dall’altro è evidente che il traffico che le utilizza è davvero troppo scarso per giustificare l’investimento. In particolare, la Torino – Milano rappresenta un grave insuccesso. Una possibile parziale spiegazione del suo sottoutilizzo è che la domanda sembra muoversi su distanze medieassai inferiori a quelle tipiche della Milano – Napoli, come ad esempio Novara – Torino o Vercelli – Milano. Questo tipo di domanda richiede generalmente servizi frequenti e che effettuino più fermate, anche a costo di essere un po’ più lenti.
Rimane l’impressione (amara) che se i costi del sistema non fossero stati gonfiati, i treni necessari a giustificare l’investimento sarebbero stati molto più vicini alla domanda effettiva eil bilancio complessivo quindi più positivo, almeno per la Milano – Napoli.
I risultati in buona partedeludenti non sembrano al momento oggetto di dibattito pubblico: si stanno progettando linee alta velocità addirittura più discutibili, sia per traffico passeggeri (risibile) che per le merci (che non hanno bisogno di linee alta velocità), come la Milano – Genova (simile alla Milano – Torino) o le linee AV internazionali. Inoltre viene mantenuto lo schema che prevede la negoziazione diretta con un General Contractor, tipologia di affidamento che – secondo le stesse ferrovie e la Corte dei Conti – è responsabile di incrementi di costi fino al 20 per cento.(4)
(1) Vedi International Railway Journal, giugno 2010, pp. 27-30.
(2) Vedi de Rus G., Nash C. A. (2007), “In what circumstances is investment in HSR worthwhile”, ITS Working Paper 590, Institute for Transport Studies, University of Leeds (UK). Il tema dei benefici ambientali complessivi del nuovo sistema (non stimabili con un modello così semplificato) meriterebbe di essere approfondito in separata sede, tuttavia a nostro avviso difficilmente essi sono di entità tale da ribaltare le considerazioni qui svolte: linee con pochi treni generano anche pochi benefici ambientali.
(3) Rfi (2007).“Rete AV/AC. Analisi dei costi”. Rete Ferroviaria Italiana. Ferrovie dello Stato.
(4) Delibera n. 23/2008/G – “Realizzazione di grandi infrastrutture strategiche di livello transnazionale Corridoio V – Lione/Kiev”.

fonte

Elenco degli edifici a rischio a firenze … 277 buoni motivi per dire SI all’alternativa …nel sito:

http://notavfirenze.blogspot.com

TAV Firenze – azione legale

Gruppo facebook:  Salviamo Firenze dallo scempio TAV

firenze5stelle@gmail.com

FIRENZE, TAV: SONO 277 I PALAZZI A RISCHIO. FORTEZZA COMPRESA

Tre palazzi in via reginaldo Giuliani, il sottopasso stradale di via Panciatichi, il ponte e la passerella pedonale sul terzolle, 13 edifici in viale Corsica, una decina in via Cittadella e via della Ghiacciaia, la scuola Ottone Rosai, un bel pezzo di v.le Lavagnini, e Don Minzoni.

Ma soprattutto la polveriera e il padiglione Cavaniglia alla Fortezza Da Basso, l’arco dei Lorena di p.zza Della Libertà e la porta di San Gallo.

E ancora: il sottopasso di v.le Strozzi, poi decine di edifici in via Campo D’arrigo, via Masaccio, via Fra Bartolomeo.

Nell’elenco dei 277 edifici sottoposti a testimoniale di stato e monitoraggio topografico in vista della cantierizzazione per i lavori del nodo fiorentino dell’Alta velocità c’è un bel pezzo di città. In parole povere tutti quelle strutture che potrebbero subire danni a causa dello scavo dei due tunnel necessari al sottattraversamento TAV. L’elenco ufficiale (è un documento di Rfi) è stato pubblicato sul proprio sito web dall’associazione Idra. E l’elenco potrebbero anche essere pericolosamente ottimista.

“E’ una lista assai ristretta- accusa IDRA- con la quale «i proponenti e gli esecutori si prefiggono di cavarsela, dopo l’esperienza davvero non tranquillizzante del Mugello, che ha visto gli effetti di falda sventagliarsi a chilometri di distanza dalla verticale del tunnel».

fonte Controradio.it … ascolta anche l’audio
Firenze: Ferrovie (RFI) aumenta la previsione  e porta a 277 gli edifici a rischio cedimenti in conseguenza ai lavori per i due tunnel ed alla stazione sotterranea della TAV e,  dopo il comunicato di IDRA,  gara tra quotidiani (anche di quelli che cercavano di restare ai margini della faccenda) nel pubblicare l’elenco “ufficializzato” da RFI:
– Corrierefiorentino.it : “Tav, i palazzi a rischio –  Sono 277: guarda quali
– Firenze.repubblica.it: Tav, 277 case monitorate – ecco tutto l’elenco
– lanazione.it/firenze:  Tav, sono 277 gli edifici a rischio in città
La mappa del pericolo – fonte IDRA
1. via R. Giuliani n. 201 (*)
2. via R. Giuliani n. 165 (*)
3. via R. Giuliani n. 179 (*)
4. edificio ferroviario zona uscita frese
5. sottopasso via delle Tre Pietre
6. sottopasso Stazione di Rifredi e via Vasco de Gama
7. sottopasso Stazione di Rifredi
8. via Vasco de Gama n. 09, 11, 13, 15 – via Panciatichi n 22/1, 22/2, 22/4, 22/5, 22/6
9. via Vasco de Gama n. 47, 49, 51, 53, 55 (*)
10. via Vasco de Gama n. 21, 23, 25, 27, 29 – via Panciatichi n. 32, 34, 36, 36a, 36b, 38 (*)
11. via Vasco de Gama n. 17, 19 (*)
12. via Panciatichi n. 20, 20B
13. sottopasso stradale via Panciatichi
14. sottopasso via del Terzolle e via Panciatichi
15. sottopasso via del Terzolle
16. ponte sul torrente Terzolle
17. via del Terzolle n. 6
18. via del Terzolle n. 2, 2r, 4, 4r
19. passerella pedonale via del Terzolle
20. ponte su via Mariti/piazza Dalmazia
21. via F. Mariti n. 148
22. via F. Mariti n. 148
23. via F. Mariti n.148 (*)
24. via Corsica n. 105
25. via Corsica n. 105, 107
26. via Corsica n. 107
27. via Corsica n.113
28. via Corsica n. 111
29. via Corsica n. 107
30. via Corsica n.105, 107
31. via Corsica n. 105
32. via Corsica n. 87
33. sottopasso viale Corsica/via Bini
34. via Corsica n. 96
35. via Corsica n. 98
36. viale Corsica n. 94
37. viale Corsica n. 90, 92, 46r (*)
38. scuola Ottone, Rosai – corpo 2 – via Dell’Arcovata n. 4
39. scuola Ottone, Rosai – corpo 1 – via Dell’Arcovata n. 4
40. via Dell’Arcovata n. 4 – scuola Ottone Rosai (*)
41. via Dell’Arcovata n. 4 – scuola Ottone Rosai (*)
42. scuola Ottone, Rosai – Auditorium – via Dell’Arcovata n. 4
43. ex Centrale del latte – via Circondaria n. 32
44. via Circondaria n. 34 – ex Centrale del latte (*)
45. edificio ex Macelli – area ex Macelli – via Corsica n. 4
46. edificio dell’Orologio – area ex Macelli – via Corsica n. 10, 12
47. via Zeffirini n. 5
48. via Zeffirini n. 2
49. via Zeffirini n. 1
50. via Zeffirini n. 9, 10
51. Squadra di Rialzo, edificio per la gestione dei veicoli ferroviari
52. viale Belfiore n. 54
53. viale Belfiore n. 56, 58, 22r, 24r, 26r, 28r, 30r, 32r – via Cittadella n. 49, 21r , 23r
54. via della Ghiacciaia n. 10
55. via Cittadella n. 17r , 19r
56. via della Ghiacciaia n. 41
57. via Cittadella n. 43, 45 – via della Ghiacciaia n. 39
58. via Cittadella n. 60
59. via Cittadella n. 40 – via della Ghiacciaia n. 2
60. via Cittadella n. 38, 50r, 52r, 54r – via della Ghiacciaia n. 35, 37, 21r
61. via Cittadella n. 34-36
62. via della Ghiacciaia n. 31A, 33, 33A
63. via della Ghiacciaia n. int. 23 (*)
64. via I. Peri n. 11 (*)
65. via I. Peri n. 8 (*)
66. via della Ghiacciaia n. 29, 31
67. via della Ghiacciaia n. 15, 15a, 7r, 11r, 9r, 19, 23
68. via Cittadella n. 30 (*)
69. via della Ghiacciaia n. 3r, 5r (*)
70. via della Ghiacciaia n.1A-r (*)
71. via della Ghiacciaia n. 1B-r (*)
72. via della Ghiacciaia n. 9, 11
73. via della Ghiacciaia n. 7, 7A, 7B, 7C, 7D
74. via della Ghiacciaia n. 13, 13A, 11A
75. via I. Peri n. 17
76. via I. Peri n. 15
77. via I. Peri n.13
78. via I. Peri n. 10, 12
79. via F. Strozzi – Interno alla Fortezza da Basso (*)
80. locali cannoniera Fortezza da Basso
81. struttura accrediti alla Fortezza da Basso
82. sottovia stradale viale Strozzi
83. padiglione Cavaniglia Fortezza da Basso
84. via F. Dionisi n. 2 – angolo via della Fortezza n. 15 (*)
85. viale F. Strozzi n. 10 (*)
86. viale S. Lavagnini n. 56, 70 – viale F. Strozzi n.32, 18, 20r, 22r, 24r – via Lorenzo il Magnifico n. 89, 93, 95, 97, 99
87. viale S. Lavagnini n. 54
88. via Leone X n. 2
89. viale S. Lavagnini n. 40 d-e-f, n. 42, 44a-b-c-d, n.46
90. viale S. Lavagnini n. 40, 40A, 40B, 38A
91. viale S. Lavagnini n. 38, 32r, 34r, 36r
92. viale S. Lavagnini n. 36, 26r, 28r
93. viale S. Lavagnini n. 34, 22r, 24r
94. via Lorenzo il Magnifico n. 65 (*)
95. viale S. Lavagnini n. 32, 32A, 20r
96. viale S. Lavagnini n. 18r – via Poliziano n. 1, 1r, 5r, 7r
97. via Poliziano n. 2
98. via Poliziano n. 2r, 4r, 6r angolo viale S. Lavagnini n. 30, 8r, 10r, 12r, 14r
99. viale S. Lavagnini n. 28
100. viale S. Lavagnini n. 26
101. viale S. Lavagnini n. 24, 22D, 22C
102. viale S. Lavagnini n. 22, 22A
103. viale S. Lavagnini n. 20
104. viale S. Lavagnini n. 18
105. viale S. Lavagnini n 16-6r angolo via C. Landino n. 1r
106. viale S. Lavagnini n. 14 – angolo via C. Landini n. 2
107. via C. Landino n.1 (*)
108. viale S. Lavagnini n. 12
109. viale S. Lavagnini n. 10
110. viale S. Lavagnini n. 8, 2r, 4r
111. viale S. Lavagnini n. 6, 6A, 4B, 4A
112. viale S. Lavagnini n. 4
113. viale S. Lavagnini n. 2
114. viale S. Lavagnini n. 3, 3A, 3B, 3C (piazza della Libertà)
115. piazza della Libertà n. 8 – angolo via Lorenzo il Magnifico (*)
116. sottopasso viale Lavagnini
117. via G. Dolfi n. 9, 11, 13 angolo viale F. Strozzi n. 12r, 14r, l6r
118. viale S. Lavagnini n. 43, 45, 47
119. via E. Poggi n. 7
120. via E. Poggi n. 18, 20
121. viale S. Lavagnini n. 39, 41 – via E. Poggi n. 22
122. viale S. Lavagnini n. 35, 37
123. viale S. Lavagnini n. 31, 33
124. edificio 074 – viale S. Lavagnini n. 29, Agenzia delle Entrate Firenze 1 – via Santa Caterina d’Alessandria 23A (*)
125. viale S. Lavagnini n. 27, 29
126. edificio 075 – viale S. Lavagnini n. 29, Agenzia delle Entrate Firenze 1 – via Santa Caterina d’Alessandria n. 23A (*)
127. viale S. Lavagnini n. 25
128. viale S. Lavagnini n. 23, 7r
129. via Santa Caterina d’Alessandria n. 27 (*)
130. viale S. Lavagnini n. 21, 1r, 3r, 5r – via Santa Caterina D’Alessandria n. 9r, 11 r, 13r, 15r, 17r
131. via Santa Caterina d’Alessandria n.34 (*)
132. via Bonifacio Lupi n. 35, 35A
133. via Bonifacio Lupi n. 20
134. viale S. Lavagnini n. 19
135. via Duca d’Aosta n. 17 (*)
136. viale S. Lavagnini n. 15, 17 – via Duca D’Aosta n. 20
137. viale S. Lavagnini n. 13
138. via San Gallo n. 105 – viale S. Lavagnini n. 11
139. via San Gallo n. 105
140. viale S. Lavagnini n. 9
141. viale S. Lavagnini n. 21 (*)
142. viale S. Lavagnini n. 7
143. piazza Della Libertà e via S. Lavagnini n. 9r – via San Gallo n. 123, 197r, 199r, 201r, 203r
144. via San Gallo n. 121, 191r, 193r, 195r (*)
145. piazza della Libertà (Porta S. Gallo)
146. piazza della Libertà (Arco della Libertà)
147. piazza della Libertà n. 13, 32r, 33r, 34r, 35r, 36r, 37r, 38r – viale don G. Minzoni n. 1, 1r, 3r – via Madonna della Tosse n. 2, 2r
148.via Madonna della Tosse n. 4, 4r – via P. Spano n. 2r
149. via P. Spano n. 2, 4r
150. via P. Spano n. 4
151. via P. Spano n. 6, 6r, 8r, 10r
152. viale Don Minzoni n. 5, 5r, 7r, 9r, 11r – angolo via P. Spano n. 14r, 16r
153. viale Don Minzoni n. 3
154. via P. Spano n. 1, 3,5 – via Madonna della Tosse n. 6, 8
155. via P. Spano n. 7
156. via P. Spano n. 11
157. via P. Spano n. 13 (*)
158. via Madonna della Tosse n. 6r, 8r, 10 (*)
159. via Madonna della Tosse n. 12, 10r (*)
160. viale Don Minzoni n. 13r, 15r, 17r – via P. Spano n. 8, 18r, 20r
161. viale Don Minzoni n. 7
162. viale Don Minzoni n. 9, 11, 13, 13r, 13a, 15, 15a, 15b, 15c,15d
163. ale Don Minzoni n. 17
164. viale Don Minzoni n. 19, 19r, 21r, 23r
165. viale Don Minzoni n. 21, 25r, 27r
166. viale Don Minzoni n. 23, 23B
167. via S. Spaventa n.2 – angolo viale don Minzoni – Chiesa (*)
168. via P. Spano n. 10
169. via P. Spano n. 12
170. piazza della Libertà n. 14, 15, 16, 39r, 40r, 41r, 42r, 43r, 43A/r, 44r, 45r, 46r (*)
171. via Pier Capponi n. 84, 34r, 36r – angolo via Lorenzo il Magnifico n. 2r, 4r, 6r, 8r, 10r (*)
172. viale Don Minzoni n. 2, 12r, 14r, 16r, 18r, 20r, 22r, 24r – via Leonardo da Vinci n. 29, 29 a/b, 31, 17r, 19r
173. viale Don Minzoni n. 4, 30r, 32r – via Leonardo da Vinci n. 32, 34 36
174. via Leonardo da Vinci n. 32, 14r, 16r (*)
175. viale Don Minzoni n. 6, 30r, 32r
176. viale Don Minzoni n. 8, 10
177. viale Don Minzoni n. 12
178. via A. Giacomini n. 29
179. viale Don Minzoni n. 14
180. via A. Giacomini n. 30, 28(A), 28(B), 6r – angolo viale Don Minzoni n. 34r, 36r, 38r, 40r
181. via A. Giacomini n. 28
182. viale Don Minzoni n. 18
183. viale Don Minzoni n. 20
184. viale Don Minzoni n. 22
185. viale Don Minzoni n. 24, 26, 28, E 52 a,b,c,d rossi
186. viale Don Minzoni n. 32, 54r, 56r, 58r, 60r – angolo via Maruffi n.15r, 17r, 19r,21r
187. via Maruffi n. 11, 13, 15, 17
188. via Giacomini n. 26
189. via Giacomini n. 24
190. via Maruffi n. 7, 9
191. via Maruffi n. 5
192. via Maruffi n. 3
193. viale Don Minzoni n. 34
194. via Masaccio n. 239 – via Don Minzoni n. 36
195. via Masaccio n. 35r
196. via Maruffi n. 12a
197. via Masaccio n. 235
198. via Masaccio n. 233
199. via Maruffi n. 10
200. via Maruffi n. 4,6, 8
201. via Masaccio n. 229a, 231, 31r, 33r
202. via Masaccio n. 229, 29d/r, 29b/r, 29a/r – via Fra’ Bartolomeo n. 41r, 41 a/r, 41 b/r, 41c/r
203. via Maruffi n. 2
204. via Masaccio n. 288, 36r
205. via Masaccio n. 290, 40r
206. via Masaccio n. 282, 284, 284a, 286
207. via Masaccio n. 274, 276 – via Fra’ Bartolomeo n. 41, 43
208. via Masaccio n. 272
209. via Masaccio n. 270, 34r – angolo via Fra’ Bartolomeo n. 43r, 43a/r
210. via Fra’ Bartolomeo n. 33
211. via Fra Bartolomeo n. 35, 45r
212. via Fra’ Bartolomeo n. 37, 39
213. via Fra’ Bartolomeo n. 45
214. via Fra’ Bartolomeo n. 47, 47a
215. via Fra’ Bartolomeo n. 30, 32, 64r – via Masaccio n. 30r, 32r
216. via Fra’ Bartolomeo n. 34, 36, 36a
217. via Fra’ Bartolomeo n. 36b, 38, 38a
218. via Fra’ Bartolomeo n. 40
219. via Fra’ Bartolomeo n. 42
220. via Fra’ Bartolomeo n. 44, 66r
221. via Fra’ Bartolomeo n. 46
222. via Fra’ Bartolomeo n. 48, 50, 52
223. via Fra’ Bartolomeo n. 54
224. via Fra’ Bartolomeo n. 56
225. via Fra’ Bartolomeo n.56 (*)
226. via Botticelli n. 13
227. via Botticelli n. 15r
228. edificio 236 – via Botticelli n. 9a (*)
229. edificio 237 – via Botticelli n. 9a (*)
230. via Botticelli n. 9, 11 (*)
231. via L. Giordano n. 19/21 – via Botticelli n. 13, 15, 17, 19
232. via Botticelli n. 11, 15r
233. via L. Giordano – Botticelli n. 17
234. via L. Giordano n. 12, 14, 16
235. via L. Giordano n. 10
236. via C. De Laugier n. 2, 4, 6, 8, 10, 12, 14, 2r (*)
237. via L. Giordano n. 9, 11, 13, 15 (*)
238. viale Dei Mille n. 115
239. via A. Pacinotti n. 13r
240. via A. Pacinotti n. 1r, 3r, 3, 5r, 7r
241. via A. Pacinotti n. 1/A
242. Ponte al Pino
243. via Del Pratellino n. 19
244. via A. Pacinotti n. 2, 4
245. via A. Pacinotti n. 6, 12r, 14r
246. via A. Pacinotti n. 4, 2r, 8r, 10r
247. via Del Pratellino n. 52, 54
248. via Del Pratellino n. 54
249. via Del Pratellino n. 9
250. via del Pratellino n. 5/A, 5B, 5/C, 7 – via del Campo d’Arrigo – via Alessandra Marchetti n. 17, 21r, 19r (**)
251. via del Campo d’Arrigo n. 140, 48r, 50r (**)
252. via del Campo d’Arrigo n. 138, 46r, 44r (**)
253. via del Campo d’Arrigo n. 136, 42r, 40r (**)
254. via del Campo d’Arrigo n. 134 (**)
255. via del Campo d’Arrigo n. 132, 34r, 36r, 30r (**)
256. via del Campo d’Arrigo n. 130 (**)
257. via del Campo d’Arrigo n. 128 (**)
258. via del Campo d’Arrigo n. 126, 26r, 28r (**)
259. angolo via del Campo d’Arrigo – via R. Pilo n. 1, 3 (**)
260. via G. Marconi n. 85, 87 (**)
261. via G. Marconi 83 – via del Pratellino n. 10, 12 (**)
262. via del Pratellino n. 12r, 14r, 16r (**)
263. via del Pratellino 7B (**)
264. via dei Sette Santi n. 1, 3A/r, 3-a – via F. Rismondo n. 1, 3 – via R. Pilo n. 2, 4 (**)
265. via Campo d’Arrigo n. 118 – via dei Sette Santi n. 2A/r(**)
266. via dei Sette Santi n. 4, 2B/r, 2C/r, 2D/r, 2E/r (**)
267. via Campo d’Arrigo n. 112, 114 (**)
268. via Campo d’Arrigo n. 108, 110, 18r (**) – via dei Sette Santi n. 28
269. via Campo d’Arrigo n. 16r, 102, 102B, 104, 106(**)
270. via Campo d’Arrigo n. 94 (**)
271. via Campo d’Arrigo n. 12r, 14r – via Frusa n. 3A, 13r (**)
272. via Frusa n. 5, 7, 3A (**)
273. via Frusa n. 1, 3, 3A (**)
274. viale M. Fanti n. 1, 3 (**)
275. via del Pratellino n. 42, 44, 46, 48, 50, 36r, 38r, 40r, 42r, 44r (**)
276. via del Pratellino n. 14B, 20, 22, 18r, 20r, 22r, 24r – angolo via G. Marconi n. 122, 124, 126, 128 (**)
277. via G. Marconi n. 122, 128r, 130r (**)
LEGENDA
Contrassegnati con (*) : Edifici ricadenti parzialmente sul margine del bacino dei cedimenti. L’estensione ai testimoniali di Stato sarà valutata dopo sopralluoghi;

Contrassegnati con (**) : Edifici che saranno sottoposti a testimoniale di stato e monitoraggio topografico.

Il file PDF ufficiale di RFI scaricato da IDRA …. da pagina 4 l’elenco degli edifici…buona lettura

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COMUNICATO STAMPA   IDRA

Firenze, 13.7.’10

Palazzi a rischio TAV a Firenze: sul sito di Idra l’elenco e la planimetria aggiornati

Idra pubblica sul proprio sito web il documento di RFI che riporta l’elenco ufficiale delle “opere sottoposte a testimoniale di stato e monitoraggio topografico” nella città di Firenze in vista della cantierizzazione TAV. Nei prossimi anni, infatti, e per una durata che si sta rivelando più ampia delle previsioni a causa di apparenti errori di calcolo, la ‘città del fiore’ che il sindaco Matteo Renzi vorrebbe “più bella”, con “stop al degrado”, l’ambiente come “grande priorità politica” e “volumetrie zero” sarà invasa da milioni di tonnellate di materiali da costruzione (fra inerti, cemento, sabbia, acciaio e conci prefabbricati), e dovrà esportare in luoghi ancora non ben definiti milioni di metri cubi di terra di scavo mista a ingredienti industriali. Il tutto per un doppio sottoattraversamento ad “Alta Velocità” con due curve ad angolo retto (una terza è a Sesto, appena usciti dal Nodo), e una faraonica stazione ‘subacquea’ accanto al subalveo del torrente Mugnone, esondato nel 1992 proprio in quella zona, al Romito. Sarà inoltre un gigantesco e crescente salasso erariale, propiziato dal generoso meccanismo finanziario imperniato attorno alla figura del general contractor, sul quale sembra voler tacere in modo multipartizan tutta la classe politica, cittadina e nazionale.

Idra pubblica anche le planimetrie (1, 2 e 3) degli edifici interessati dalla fascia di monitoraggio, assai ristretta, con la quale i proponenti e gli esecutori si prefiggono di cavarsela, dopo l‘esperienza davvero non tranquillizzante del Mugello, che ha visto gli effetti di falda sventagliarsi a chilometri di distanza dalla verticale del tunnel. Sottosuoli completamente diversi, quelli del Mugello e della conca fiorentina, certo. Ma è anche vero che sopra la falda di Firenze sta seduto uno dei “patrimoni mondiali dell’umanità” tutelati (?) dall’UNESCO.

Idra ricorda in proposito come l’allora assessore all’Urbanistica del Comune di Firenze arch. Gianni Biagi, in un convegno tenutosi il 9.7.’07 nella Sala “Affreschi” del Consiglio Regionale della Toscana dal titolo “Tav a Firenze … Quale Progetto?”, avesse espresso l’intenzione di allargare – per evidenti motivi di opportunità – la fascia di attenzione intorno ai due tunnel rispetto a quella prospettata nel progetto cosiddetto definitivo. “Sicuramente ci sono degli elementi ancora da approfondire”, ebbe a dichiarare l’assessore. “Il primo è la ristrettezza della fascia proposta dal monitoraggio. Questo deriva da una serie di impegni e di accordi fatti a suo tempo, ma io personalmente, ma anche membri dell’Osservatorio tecnico ritengono, che questa fascia che oggi è di 10 metri sia scarsa, scarsamente affidabile, e soprattutto non coerente con l’attenzione che la città ha sul problema. Quindi su questo punto io credo che sia un lavoro importante quello di poter lavorare insieme (…) per consentire un necessario adeguamento delle condizioni di monitoraggio”. Cosa è stato fatto al riguardo?

Documento e planimetrie sono stati importati dal sito web dell’Osservatorio Ambientale per il Nodo AV di Firenze: Idra ha pensato di metterli direttamente a disposizione con un semplice clic, risparmiando ai cittadini la procedura di registrazione al sito dell’Osservatorio, che prevede l’inserimento di una login e di una password.

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fonte video

…. Segui su facebook il gruppo “Salviamo Firenze dallo scempio TAV

…. Informati attraverso il sito del  “Comitato contro il sottoattraversamento AV di Firenze”

…. Informati e diffondi l’azione legale dei cittadini contro i danni TAV

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